Nottetempo – Luca Russo

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Nel tempo sospeso di una notte le luci del tramonto e le ombre invadono l’anima.

Tavole poeticamente dipinte sono il riflesso dell’inquietudine di un artista smarrito che cerca di ritrovare disperatamente se stesso e la sua ispirazione rimasta nascosta su un’isola, sul finire di un’estate ormai lontana.

Una perdita dolorosa e il tormento dei dubbi e dei fantasmi non lo lasciano andare.

Sarebbe più semplice morire o impazzire ma nel buio dell’assenza, nell’impossibilità di sfuggire a se stessi e alla paura, pagine nere si spezzano in frammenti.

L’artista va incontro alla realtà attraverso il sogno. Il romanzo si fa introspezione.

Le ambientazioni oniriche inquadrate cinematograficamente che il protagonista ripercorre alla ricerca di sé sono ricoperte di nebbia, fatte di pennellate quasi sciolte nell’olio.

Nottetempo, la graphic novel edita da Tunuè – romanzo emozionale – di Luca Russo, artista alla continua ricerca della propria strada espressiva e che per la prima volta lavora ad un’opera interamente realizzata con la tecnica della pittura digitale, raggiunge il potente risultato di una galleria di dipinti ad olio dal grande segno pittorico che prende vita con la stessa forza della commistione di sogno e realtà della storia.

Il viaggio nella memoria insieme a Giulia ha inizio in una deserta Venezia notturna e abitata solo da una bianca luna piena che gioca con gli occhi gialli del male e con i fantasmi del passato.

La forza e il fantasma dell’arte nascoste dalle nuvole.

Gli spartiti lasciati sul pavimento lucido, accartocciati o trascinati via dal vento insieme al protagonista.

La stanza con il pianoforte elegante e spoglia, spiata da un pallido volto.

Le tende rosse di un sipario che si è chiuso sulla creatività, il pianoforte in mezzo a un bosco di alberi spogli dai tronchi che assumono forme femminili tra i quali si intravede la luce di una speranza.

Attraverso un cancello e uno scalone monumentale la voce di Giulia richiama il protagonista tra le sale del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, fino al dipinto del Misantropo di Pieter Bruegel, che invano cerca di sfuggire alle crudeltà della vita, per un omaggio ai grandi pittori del passato a cui Luca Russo si è sempre ispirato.

… il mondo è infido…

Lo specchio deformante della tristezza trasforma ogni cosa in un incubo.

Nel mare immenso, la disperazione della solitudine.

Che sale ricoprendo la città.

Un’opera onirica e malinconica, un viaggio solitario che anima ogni nota di colore e coinvolge l’intera umanità abbracciando il senso della vita in un ultimo ballo.