La ragazza di fuoco

UK-Cover-Catching-FireIl secondo film della saga Hunger GamesLa Ragazza di Fuoco diretto da Francis Lawrence e arrivato anche nei cinema italiani, è più promettente del primo. Negli USA si registrano incassi da record che superano la saga di Twilight.

Il libro, che in vista dell’uscita del film è stato ristampato in 50 milioni di copie solo in America dà più spazio all’analisi delle conseguenze politiche e sociali degli Hunger Games e all’inquietudine dei protagonisti.

Katniss Everdeen è La ragazza di fuoco. La settantaquattresima edizione degli Hunger Games si è conclusa ed è ancora viva. Vorrebbe sentirsi al sicuro, rimuovere completamente dalla memoria il ricordo di quell’orrore e fingere che sia stato solo un brutto sogno. Ha smarrito il senso di sicurezza che aveva costruito, seppure a fatica tra tanti stenti e timori, nel suo vecchio mondo in cui sapeva riconoscere il suo posto nella vita. Vorrebbe sentirsi libera ma le torture fisiche e psicologiche subite la rendono preda di incubi e visioni.

L’universo distopico del primo libro degli Hunger Games è ricreato da Suzanne Collins nel nuovo capitolo La ragazza di fuoco, insinuando in uno scenario relativamente sereno le nuove paure di Katniss, l’opprimente senso di minaccia e di vendetta che incombe su di lei e la sua famiglia che unito alla crescente oppressione governativa e alle condizioni ancora più precarie in cui versano i distretti hanno un forte impatto emotivo.

Katniss non è un’eroina, è una ragazza spaventata di diciassette anni, insicura, asociale, a volte anche egoista, che non rispetta le regole e che ha vinto i sadici Hunger Games grazie al suo istinto di sopravvivenza. Ma lo ha fatto sfidando pubblicamente Capitol City, minandone l’autorità e questo fa di lei una ribelle anche se le sue azioni sono state dettate dal semplice desiderio di restare viva e tenere in vita Peeta.

Eppure Katniss è una combattente. È ribelle in modo istintivo e quasi sempre inconsapevole, lascia trapelare le sue emozioni che scatenano la reazione dei distretti. Durante il Tour della Vittoria, nel distretto undici ricorda con sincera commozione Rue, l’indifesa ragazzina che ha cercato di proteggere nell’arena ma che è morta ai suoi piedi: “Rue … sarà sempre nel mio cuore. Ogni cosa bella me la richiama alla mente. La vedo nei fiori gialli che crescono nel prato vicino a casa mia. La vedo nelle ghiandaie imitatrici che cantano sugli alberi. E soprattutto la vedo in Prim, mia sorella. … Grazie per i vostri figli. … Poi, da qualche parte in mezzo al pubblico, qualcuno fischia il motivetto a quattro note con cui Rue riproduceva il canto della ghiandaia imitatrice. … Ogni singolo spettatore si preme sulle labbra le tre dita di mezzo della mano sinistra e le tende verso di me. È qualcosa che si fa nel Distretto 12, è l’ultimo saluto che io ho rivolto a Rue nell’arena”.

Il senso ritrovato della vita che si racchiude nelle parole di Katniss infonde determinazione alla gente di Panem: “tu non hai fatto del male alle persone… hai dato loro un’occasione. Devono solo avere abbastanza coraggio per coglierla”.

La dignità e la bellezza, il valore prezioso di ogni singola vita umana è ciò che Katniss sa riconoscere senza neanche rendersene conto… è la ragazza di fuoco… la fiamma più rivoluzionaria che può animare l’umanità.

Nei distretti l’esultanza della gente si unisce alla collera, al grido di vendetta. Le folle turbolente non arretrano più contro l’esercito dei Pacificatori che cerca di arrestarle anche sparando a caso, non hanno più “quell’aria da bestiame rassegnato”, sono inferocite e sventolano stendardi col volto di Katniss, la ghiandaia imitatrice diventata simbolo della rivolta, e “nulla potrà invertire il corso degli eventi”. La ragazza di fuoco ha acceso una scintilla, la fiamma è divampata e non è più possibile spegnerla, l’incendio della rivolta ormai attraversa i distretti.

Neppure la nuova edizione dei giochi, quella della memoria, commemorativa dei giochi stessi, ancor più sadica della precedente e raccontata da Suzanne Collins con uno stile scarno, diretto e spietato nella descrizione delle uccisioni di una violenza che lascia senza fiato perché appare quasi naturale, riuscirà nel suo scopo. L’ultima mossa di Capitol City, architettata strategicamente per liberarsi della giovane eroina finisce per rivelare più chiaramente tutta l’ingiustizia, la barbarie e la crudeltà di Capitol City e degli Hunger Games. Ciò che hanno subito gli abitanti di Panem è “così sbagliato, così ingiustificabile, così malvagio da non lasciare altra scelta” che combattere ma solo lo sguardo inorridito di una ragazza è riuscito a far luce su chi sia il vero nemico.

Il nemico dell’umanità che vorrebbe uccidere anche la speranza, dimostrare che anche quella è un’illusione, come i sogni per cui vale la pena non arrendersi mai.

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