Avventura mistero e molto di più Amazzonia di James Rollins

amazzoniaUn uomo in fin di vita, con indosso solo un paio di pantaloni stracciati, disidratato, emaciato, la pelle tatuata bruciata dal sole, il corpo ricoperto di tagli e piaghe aperte, la lingua recisa e affetto da febbri deliranti, è risputato dalla giungla amazzonica dopo quattro anni solo per morire in poche ore nella missione di Wauwai in Brasile, ma la cosa davvero sconcertante è che quell’uomo che aveva perso un braccio in Iraq ha entrambe le braccia.

Gerald Clark, ex agente delle forze speciali, infiltrato per conto della CIA nella spedizione capitanata dal professore Carl Rand che aveva lo scopo di censire le tribù amazzoniche e studiare le applicazioni terapeutiche delle piante della foresta pluviale preservando il sapere degli sciamani, era tra i trenta ricercatori e guide misteriosamente scomparse quattro anni prima dopo soli tre mesi di ricerche, inghiottite dalla giungla.

Il cadavere recuperato dall’esercito americano e sottoposto ad autopsia rivela che le cause della morte sono legate ad una vera e propria esplosione di tumori che nel giro di tre mesi ha divorato tutto il corpo dell’ex militare. La rigenerazione miracolosa dell’arto di Gerald Clark potrebbe essere strettamente connessa alle cellule tumorali che hanno invaso il suo corpo.

Cellule staminali ancora indifferenziate hanno rigenerato il braccio dell’agente per poi trasformarsi in qualcosa di letale per il suo organismo, ma in che modo e per quale ragione?

Solo la giungla può fornire delle risposte ai molti interrogativi posti da questo ritrovamento. Il governo statunitense ha interesse a scoprire le cause e la natura del processo rigenerativo, così come le case farmaceutiche di tutto il mondo. Due spedizioni rivali partono per l’impervia giungla amazzonica alla ricerca di quello che appare a tutti il suo segreto inviolabile.

Nel frattempo una nuova emergenza si somma all’interesse scientifico (e chiaramente anche economico) delle spedizioni: un’epidemia si sta diffondendo negli stati attraversati dal cadavere di Clark. Bisogna trovare il più velocemente possibile anche un antidoto.

Il romanzo di James Rollins, Amazzonia, pubblicato nel 2002 negli Stati Uniti da Editrice Nord e arrivato in Italia due anni dopo, ha inizio così, con un ritmo serrato, un esordio alquanto originale e un brillante colpo di scena dopo sole poche pagine. Ci ritroviamo completamente catapultati nella giungla amazzonica e in un’indagine che sa di spionaggio, tra CIA, documenti segreti,  case farmaceutiche, università americane, progetti di ricerca scientifica.

Alcuni tenui momentanei risvegli sono offerti dai collegamenti in videochiamata dalla giungla, come quando la bambina che indossa una camicia da notte su cui è ritratta Pocahontas appare alla mamma lontana chiedendole se ha visto i leoni nella giungla. Immagini semplici che ci riportano alla vita quotidiana, interrompendo per un attimo con efficacia l’immersione romanzesca e facendo diventare d’un tratto tutti i personaggi più reali, ognuno con una propria storia che li rende speciali e lontani dai soliti cliché.

La giungla sembra possedere un corpo e un’anima, una volontà determinata a spazzare via gli stranieri che invadono il suo territorio. Il gruppo viene decimato in mille modi spaventosi. Le morti sono inevitabili, gli attacchi imprevedibili e tutto l’addestramento e l’abilità dei ranger armati fino ai denti per proteggere la spedizione dei civili non riuscirà a salvarli dal pericolo che li attende. Persino l’esperienza di chi conosce bene l’ambiente e ha vissuto a lungo nella giungla viene messa a dura prova.

Qualcosa di mostruoso e imprevedibile si manifesta. Potenze inimmaginabili si scatenano numerose cogliendo tutti di sorpresa e ogni piccola distrazione sarà l’errore pagato con la vita.

La natura soggetta a straordinarie mutazioni genetiche sembra aver moltiplicato le proprie forze e potenziato le proprie armi mortali: rane-pirahna in grado di uscire dall’acqua per attaccare e inseguire le prede, caimani di trenta metri, sciami di locuste carnivore, animali diventati mostruosi. E mentre la giungla nasconde sempre nuove inaspettate insidie e la suspense decolla, in Virginia l’Instar Institute in collaborazione con i laboratori di tutto il paese cerca di decifrare le cause dell’epidemia altrettanto straordinaria e mortale, figlia di quella stessa giungla micidiale.

Il romanzo di Rollins è avvincente. Avanza con un ritmo incalzante attraverso la giungla tenendoci all’erta per i pericoli sempre in agguato e speranzosi che il suo mistero sia finalmente svelato, e parallelamente ci lascia in trepidante attesa di una qualche miracolosa scoperta dei medici e studiosi di tutto il mondo che cercano di salvare le molte vite sospese a un filo delle persone contagiate dall’epidemia.

Le descrizioni della giungla sono accurate e garantiscono una totale adrenalinica immedesimazione, e le indagini scientifiche sono spesso corredate da una documentazione che le rende più interessanti e plausibili, mai noiose. La lettura scorre leggera e piacevole grazie allo stile avvolgente dello scrittore, al suo senso della storia e dei personaggi e una trama ricca di colpi di scena che impedisce di staccarsi dalla pagina.

Il racconto avventuroso della missione nella giungla ha avuto molti interpreti e diversa fortuna, e da molte storie sono stati tratti anche film, come Congo di Frank Marshall dal romanzo di Michael Crichton. Senza una buona storia da raccontare il rischio che corre questo tipo di narrazione è di annoiare il lettore con la descrizione di una lunga passeggiata nella foresta amazzonica risvegliata soltanto da attacchi mortali che vanno a decimare i protagonisti.

Non è questo il caso di Amazzonia che arricchisce la trama di molti interessanti spunti, come la descrizione quasi romantica dell’ecosistema amazzonico con i tanti rapporti di interdipendenza che la natura riesce a creare con i suoi abitanti di tutte le specie, la trattazione da manuale delle erbe medicinali estratte dalla foresta alla base di molti rimedi della moderna scienza medica, la saggezza degli sciamani che si impone sull’etnocentrismo occidentale (lo stesso Rollins indica la fonte di ispirazione del romanzo nei Tales of a Shaman’s Apprentice del dottor Mark Plotkin), le affascinanti tradizioni delle tribù come quella Yamonamo (il ‘popolo fiero’), la spaventosa leggenda dei Ban-ali (i ‘giaguari del sangue’), la malvagia donna Shuar che pratica riduzione di teste, la madre Yagga (un prodigioso albero della vita che anticipa quella che sarà l’idea centrale del film Avatar), le interessanti osservazioni scientifiche sulle mutazioni genetiche documentate in maniera realisticamente accattivante.

Accanto agli elementi di carattere scientifico, storico, politico, geografico, etnoantropologico e mitologico, non mancano considerazioni di natura filosofica sull’impatto ambientale della distruzione indiscriminata della foresta operata dalla cosiddetta civiltà, sulla necessità di salvaguardare l’inestimabile biodiversità amazzonica e le popolazioni indigene, di cui i protagonisti, dotati di un’insolita forza morale, hanno un profondo rispetto.

James Rollins è attualmente uno degli scrittori di romanzi d’avventura più apprezzati e per il New York Times è il miglior autore internazionale di thriller. Nel 2007 gli è stata affidata la trasposizione letteraria del film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, e forse non a caso, dato che la sensazione che si prova leggendo Amazzonia è proprio quella di vivere una delle straordinarie avventure del personaggio tra i più amati della storia del cinema.

I romanzi di Rollins sono tradotti in quaranta lingue col meritato plauso del più stimato scrittore di avventura, Clive Cussler, che a proposito di Amazzonia parla di azione senza un attimo di tregua, “An adventure tale in the grand manner. Rollins takes the reader through the horror and intrigue of the Amazon like no one else. The action never relents”.