La straordinaria scoperta del Profondo Blu – The Blue Nowhere di Jeffery Deaver

71ZnOQQQFcL__SL1202_‘È possibile… commettere quasi qualsiasi crimine col computer. Si può persino uccidere qualcuno utilizzando un computer’.

Una delle gioie più grandi della lettura è quel momento in cui metti a fuoco qualcosa all’improvviso che non ti aspettavi. Un effetto sorpresa che solo un libro può regalare e neanche il miglior regista può ricreare.

Il mezzo apparentemente limitato delle parole, l’unico mezzo a disposizione di uno scrittore, possiede uno straordinario potere evocativo perché l’immagine si crea in maniera personalissima direttamente nella mente del lettore. Ed è l’abilità dello scrittore a condurre questo gioco sottile intimamente connesso alla nostra immaginazione.

Una parola detta al momento giusto è come una nota suonata su un tempo perfetto. È il segreto della suspense. È un personaggio costruito un tratto alla volta in una scena che a poco a poco si disvela e in un modo in cui non ti aspetti, e il cuore accelera i suoi battiti e alla fine del capitolo alzi gli occhi e resti in attesa che lo spavento passi.

Poi ecco che non resisti, fai appello al diritto del lettore invocato da Pennac di saltare le pagine, e vai alla ricerca di quel personaggio lasciato lì solo, indifeso, in pericolo… ti domandi cosa gli sarà mai successo mentre l’autore introduce un altro personaggio e tu non vuoi saperne, non ti importa nulla di Wyatt Gillette che da ore è impegnato a smantellare una radio lentamente lentamente…

Che fine ha fatto Lara? Poi ti calmi e aspetti, Lara non è nelle pagine successive e il rispetto profondo che hai nei confronti dello scrittore ti costringe a tornare indietro e riprendere la lettura secondo le sue scelte. Torni a Wyatt e alla sua radio e ancora una volta l’autore ti sorprende, non ti ritrovi col batticuore come prima ma non puoi fare a meno di apprezzare la sua tecnica descrittiva e il gran gusto che ti fa provare.

Ed è solo il terzo personaggio incontrato, ed è solo l’inizio del secondo capitolo. Si preannuncia una lettura davvero emozionante e sei già grato di aver cominciato il libro, pronto a perdonare qualunque cosa in cambio del piacere che stai provando. Ma andando avanti per 450 pagine non c’è un solo momento per potersi ricredere.

L’emozione provata fin dalle prime battute dura tutto il libro, la tecnica narrativa è strabiliante, e geniale è il modo in cui Jeffery Deaver riesce a smentire puntualmente qualunque nostra supposizione con continui colpi di scena.

Il consiglio migliore da dare a chi decide di intraprendere la lettura di Profondo Blu è di preoccuparsi di avere del tempo libero a disposizione perché una volta iniziato è impossibile lasciarlo andare.

‘Lo schermo prese vita, una C:> comparve sullo schermo, e nel vederla Phate resuscitò dal mondo dei morti.

Chi vuoi essere?

Be’, in quel momento non era più Jon Patrick Holloway o Will Randolph o Warren Gregg o James L. Seymour o uno qualsiasi degli altri personaggi che aveva creato, un gruppo di persone intrappolate nel mondo reale. Ora era Phate. Non era più l’uomo biondo, alto poco più di un metro e settanta, dal fisico poco robusto, che si aggirava senza meta in un labirinto tridimensionale fatto di case e uffici e negozi e aerei e autostrade e prati aridi cancelli semiconduttori impianti marciapiedi centri commerciali cuccioli persone persone persone persone numerose e insignificanti come byte digitali… e tutto questo era fasullo, inutile e deprimente.

Quella era la sua realtà: il mondo dentro il monitor’.

The Blue Nowhere, arrivato in Italia nel 2001 col titolo Profondo Blu, è il sedicesimo romanzo di Jeffery Deaver, maestro assoluto di thriller e vincitore di numerosi premi, che ha raggiunto fama internazionale con Il collezionista di ossa del 1997, vincitore del Nero Awards nel 1999, da cui è stato tratto l’omonimo film. È anche autore di una travolgente avventura di James Bond, Carta Bianca, vincitrice del 2011 Bouken-shousetsu Adventure Fiction Award per il miglior romanzo straniero.

Profondo Blu è un thriller informatico ambientato nella Silicon Valley, la terra che ha cambiato il mondo grazie alla scoperta dell’audion, il primo tubo a vuoto elettronico il cui impiego ha consentito l’invenzione della radio, della televisione, dei radar e, naturalmente, dei computer. La terra di Re Mida, dove si fabbrica l’oro con la pura immaginazione, ‘rifugio per spostati e hacker’, phreak e call jacker, white hat, geek e uomini d’affari in jeans, camicia stropicciata e cravatta con l’immagine di Titti.

‘In principio Dio creò il network Agenzia ricerche progetti avanzati, chiamato ARPAnet, e ARPAnet sbocciò e diede vita a Milnet, e ARPAnet e Milnet diedero vita a Internet, e Internet, USENET e il World Wide Web divennero la trinità che cambiò la vita del Suo popolo per tutti i secoli dei secoli’.

I computer sono la prima invenzione tecnologica della storia in grado di toccare ogni aspetto della vita umana. The Blue Nowhere è il cyberspazio, il mondo dei computer on e offline, il Mondo delle Macchine, quel luogo intangibile eppure reale, blu come l’elettricità che permette ai computer di funzionare nelle nostre vite diventate un unico, grande hack.

La linea di confine tra il Mondo Reale e il Mondo delle Macchine sta diventando di giorno in giorno sempre più confusa. Ma non ci stiamo trasformando in automi, né stiamo diventando schiavi delle macchine. No, ci stiamo avvicinando. Stiamo piegando le macchine al nostro volere e alla nostra indole, proprio come abbiamo fatto con la natura, l’ambiente e le tecnologie del passato. Nel Nulla Blu, nel contempo, le macchine stanno assumendo la nostra personalità e la nostra cultura, il nostro linguaggio, i nostri miti, le nostre metafore, la nostra filosofia e il nostro spirito. E la nostra personalità e la nostra cultura vengono cambiate sempre di più dal Mondo delle Macchine.

Penso all’uomo solitario che un tempo tornava a casa dal lavoro e passava la notte a mangiare patatine guardando la TV. Adesso quell’uomo accende il suo computer e si avventura nel Nulla Blu. Un luogo con cui può interagire … Non può più essere passivo. Deve dare degli input per ottenere delle risposte. Ha raggiunto il livello più alto dell’esistenza e tutto questo è accaduto perché le macchine sono venute da lui. È accaduto perché parlano il suo linguaggio.

Nel bene e nel male le macchine ora riflettono la voce, lo spirito, il cuore e gli obiettivi dell’uomo.

Nel bene e nel male, riflettono la coscienza, o anche la mancanza di coscienza, dell’uomo’.

‘Internet, oggi, è per lo più un incrocio tra un centro commerciale, un’edicola, una multisala e un parco di divertimenti … La tecnologia punta e clicca del mouse può essere appresa senza difficoltà da un bambino di tre anni … Questa è Internet così come viene confezionata per il pubblico attraverso la facciata luccicante del World Wide Web commerciale.

Ma la vera Internet – l’Internet dei veri hacker che si annida dietro il Web – è un luogo brullo e selvaggio in cui i pirati informatici usano comandi incomprensibili, utility telnet e software per le comunicazioni ridotti all’osso per navigare attraverso il mondo letteralmente alla velocità della luce …

cercare qualcosa nel nulla blu … è come aggirarsi nell’universo in continua espansione che contiene non solo il mondo conosciuto e i suoi misteri mai svelati, ma anche i mondi passati e quelli che devono ancora nascere.

L’infinito’.

Una volta che si è stati nel Nulla Blu, non si può più tornare completamente nel Mondo Reale’.

Phate è un serial killer che intraprende un gioco spietato, sceglie le sue vittime e le intrappola nella sua rete grazie a Internet e al social engineering, tecnica con cui riesce ad ingannare qualcuno fingendo di essere quel che non è, e conquistandone la fiducia.

L’Unita Crimini Informatici, la Squadra Geek disprezzata dagli altri poliziotti, è a caccia di Phate. Una squadra composta da Agenti CCR (cattura, cerca e registra) chiamati anche archeologi informatici, dagli innovatori del mondo dei computer appartenenti alla seconda generazione di programmatori dei primi anni settanta, insieme alla terza generazione degli hacker, ‘ispirata da un innocente senso di meraviglia’, che ‘si introduce nella macchina di qualcuno solo per dimostrare che è in grado di farlo e per scoprire che cosa contiene’ mossa dalla curiosità e da un’etica che non consente di fare del male.

Mentre Phate fa parte di quelle ‘persone che si introducono nei sistemi per commettere atti vandalici o per rubare … chiamati cracker. Un termine derivato da safecracker, scassinatore’. Solo che Phate è ‘un kraker con la K. Come killer’. Perché ‘il mondo degli hacker è tutta una questione di spelling’. Phate è un ‘Demone’ appartenente alla quarta generazione degli informatici, ‘disincantata e mossa dalla rabbia’, descritta da Jonathan Littman in The Watchman.

Il crimine del nuovo secolo è la violazione, della privacy, dei segreti, delle fantasie… ‘L’accesso è Dio…’ e tutto prima ancora dell’arrivo di Facebook e dei Social Network…

Jeffery Deaver che con The Blue Nowhere si cimenta mirabilmente con il mondo degli hacker, rende omaggio a William Gibson, visionario della fantascienza, e al suo romanzo Neuromante, ‘la Bibbia che ha fatto conoscere al pubblico il termine cyberpunk’. William Gibson e Bruce Sterling, scrittore e giornalista statunitense che ha fornito anche un contributo teorico al genere, hanno dato vita ad una nuova corrente letteraria dotata di uno straordinario fascino e destinata non soltanto agli esperti della materia.

Tant’è che Deaver strizza l’occhio anche al romanzo gotico e ai grandi maestri del terrore come Edgar Allan Poe, Washington Irving e Nathaniel Hawthorne che furono fonte di ispirazione per i primi scrittori horror del Novecento e che riaffiorano nella mente confusa di un giovane hacker che ha paura dei fantasmi.

La cosa più strana è che grazie ai computer la nostra vita in qualche modo è come ritornata ad un’epoca antica, magica e superstiziosa. Prima dei computer la vita era visibile, comprensibile, mentre ora è nascosta. Il Web, il codice, i bot, gli elettroni e mille altre cose che non si possono vedere hanno qualcosa di spaventoso proprio come i fantasmi… il mondo sembra ‘un luogo uscito da uno di quei romanzi ottocenteschi di Washington Irving o Edgar Allan Poe. Sleepy Hollow o The House of Seven Gables, roba del genere’.

Profondo blu è un romanzo che ho letteralmente trovato, una di quelle sere in cui ti accosti in modo del tutto casuale ad un libro che non hai scelto ma che ti è capitato tra le mani. Una circostanza fortunata e una più che lieta scoperta coronata da quella che chiamo una classica storia di coraggio, quando, immersa nel Profondo blu, un rumore (reale? ma proveniente da quale realtà?) mi ha fatto sobbalzare dal divano sul quale ho poi deciso di aspettare comodamente sdraiata quello che certamente doveva essere il mio killer. Sono ancora viva per fortuna, ma la serratura della porta di una stanza che si chiude dall’interno senza che nessuno l’abbia azionata è proprio quello che non dovrebbe accadere mentre sei sola e leggi un libro di Jeffery Deaver.

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